La seconda serata di Rai 2, il martedì ed il giovedì, è occupata dalla seconda edizione di Nella mente di Narciso. La docuserie è condotta da Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense che, in questa intervista, parla di alcune delle tematiche al centro della produzione. Disponibile in boxset su Rai Play Nella mente di Narciso è realizzata da Rai Contenuti Digitali e Transmediali, di cui è Direttore Marcello Ciannamea.
Intervista Roberta Bruzzone, l’importanza di parlare ai giovani
-Nella mente di Narciso, anche nella seconda edizione, sta ottenendo un ottimo riscontro dal pubblico.
“Sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti fino ad ora anche dalla seconda edizione, perché sono riuscita a creare una community di fan molto attenta agli aspetti soprattutto della psicologia dei criminali. Sono stati ascolti al di là delle più rosee aspettative e sono contenta che mi segua un pubblico trasversale. Ci sono soprattutto i giovani e l’idea di parlare a loro, mettendoli in guardia dai pericoli che possono correre, è uno degli obiettivi principali del programma”.
-Quanto pensa sia importante il ruolo dei genitori?
“Io mi reco anche nelle scuole a parlare con gli studenti e mi rendo conto che hanno bisogno di punti di riferimento, che purtroppo talvolta sono inesistenti. A me confessano anche le loro fragilità ed io cerco di dare consigli pratici su come comportarsi in caso di pericolo. Gli adulti devono essere un punto di riferimento per i ragazzi. Purtroppo spesso non capita, anzi mi accorgo sempre di più che i genitori sono ancora più fragili dei loro figli”.
“L’obiettivo è cercare di penetrare nel narcisismo patologico dei criminali”
-Qual è il filo conduttore della docuserie?
“Con Nella mente di Narciso analizziamo un caso alla settimana, articolandolo in due appuntamenti, trasmessi il martedì ed il giovedì. Il filo conduttore di ogni caso è il tentativo di penetrare nel narcisismo patologico dei criminali. Questo narcisismo comincia a svilupparsi in un essere umano nei primi tre anni di vita, ma purtroppo i sintomi saranno visibili solo quando la persona avrà raggiunto l’adolescenza o l’età adulta. Ci occuperemo anche di narcisismo patologico al femminile, perché esistono sempre più casi che spesso non vengono portati alla luce o sono dimenticati”.
-Intanto, continua la piaga dei femminicidi: sono 44 dall’inizio dell’anno.
“Per quanto riguarda i femminicidi occorre uscire da una relazione tossica, anche se è difficile. Purtroppo, oggi le donne sono ancora formate psicologicamente per essere mogli e madri. Una realtà ottocentesca o addirittura medievale, dalla quale non ci siamo ancora liberate”.
Intervista Roberta Bruzzone, il caso di Arianna Flagiello
-Ci può anticipare qualche caso al centro delle prossime puntate?
“La seconda edizione si chiuderà il 4 ed il 6 novembre con l’analisi del caso di Mario Perrotta. Si tratta di una puntata speciale di Nella mente di Narciso 2, in cui la struttura della serie è mantenuta, ma viene arricchita dalle testimonianze di alcuni famigliari. La tragica storia riguarda Arianna Flagiello, che è morta precipitando dal balcone della sua casa nel quartiere Vomero di Napoli”.
-Una storia di violenze e soprusi.
“I sospetti sono ricaduti subito sul fidanzato Mario Perrotta, uomo di 32 anni con cui Arianna aveva avuto una lunga relazione, tormentata e caratterizzata da violenze fisiche e psichiche, umiliazioni e continue richieste di denaro. Arianna, sperando di poter recuperare il rapporto, ha accettato, nel 2013, di convivere con Mario Perrotta, ma la situazione peggiorava di giorno in giorno e la giovane donna si trovava ridotta in uno stato di totale soggezione all’uomo. Purtroppo Arianna ha perso la vita e i genitori si sono rivolti alla Procura di Napoli, che ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio. Mario Perrotta viene condannato a 22 anni di carcere, pena successivamente ridotta in secondo grado a 19 anni e confermata dalla Cassazione. In questa puntata danno le loro testimonianze il padre di Arianna e la sorella”.