Sette comici italiani chiamati a rivoluzionare il concetto classico di funerale, trasformandolo in un’occasione per criticare, senza sconti, i defunti, ovvero quattro personaggi vip. Sono questi gli ingredienti principali di RIP Roast in Peace, fra i format più interessanti della prima parte di stagione, in onda su Amazon Prime Video.
RIP Roast in Peace, una trasmissione che scherza su un tema considerato un tabù
RIP Roast in Peace trasforma la morte, un argomento da sempre considerato un tabù, nel tema portante del format.
In totale, la prima edizione della trasmissione è composta da sei episodi da circa 50 minuti ciascuno, che hanno debuttato sulla piattaforma il 9 ottobre scorso. La conduttrice è Michela Giroud, che vestita in un abito nero da lutto accoglie, sul palco, una serie di comici. Essi sono Stefano Rapone, Edoardo Ferrario, Eleazaro Rossi, Corrado Nuzzo con Maria De Biase e Beatrice Arnera.
Essi sono gli officianti speciali di quattro funerali immaginari, realizzati a quattro vip: Selvaggia Lucarelli, Francesco Totti, Roberto Saviano ed Elettra Lamborghini.
Il regolamento del meccanismo
In RIP Roast in Peace, i comici-concorrenti hanno il compito di realizzare il monologo più cattivo possibile da dedicare al defunto. Nel corso delle varie puntate, i protagonisti non hanno esitato a colpire le celebrità in ogni campo, dal pubblico/lavorativo a quello privato. Basti pensare che, nel corso dell’edizione, si è arrivati a discutere anche della mafia. Al termine di tutte le arringhe, il deceduto di turno torna in vita e risponde, a tono, ai concorrenti. Alla fine, i comici sono votati dal pubblico in studio ed in base alle preferenze espresse è stilata una classifica, che è poi modificata dai vip stessi.
RIP Roast in Peace, Prime Video sdogana l’umorismo nero
Alla fine, il comico con il punteggio totale più alto è il vincitore. Lo show è innovativo ed ha un grande merito: aver sdoganato, in televisione, l’umorismo nero. Un genere, questo, ancora oggi troppo poco diffuso nella programmazione tv italiana.
Un programma come RIP Roast in Peace, almeno nel contesto televisivo attuale, difficilmente sarebbe potuto andare in onda sulle reti generaliste, ancora legate ad uno stile di comicità classico e tradizionale, attento ad evitare polemiche e polarizzazioni. Qualche esempio, in passato, c’è stato: nel 2004, Italia 1 aveva proposto le prime due stagioni di Six Feet Under, serie tv con protagonisti i lavoratori di un’agenzia funebre. Tuttavia, tale tipologia di contenuto non ha trovato, nel pubblico, il seguito sperato.
Diverso è il discorso che riguarda le piattaforme streaming, più svincolate dalle dinamiche legate all’Auditel e, dunque, maggiormente libere di sperimentare. Inoltre, tali emittenti hanno, in parte, già abituato il pubblico a questa tipologia di contenuti, proponendo alcuni dei titoli internazionali più noti di tale genere.