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La Iena, quindi, chiede loro se all’epoca, prima della strage, ci fosse paura di essere vittime di un attentato. Ecco alcuni stralci dell’intervista.
Iene: Ma c’era la paura di essere vittime di un attentato?
Costanza: Sì, c’era.
Paparcuri: La loro sensazione che era arrivato il loro momento era per avere toccato secondo me i colletti bianchi e determinati santuari.
Iene: Vi hanno mai nominato qualcuno?
Paparcuri: No, mai.
Costanza: Sì.
Iene: A te Falcone ha fatto dei nomi?
Costanza: Sì.
Iene: Giuseppe allora questi nomi ce li puoi fare?
Costanza: No.
Iene: Perché?
Costanza: Perché non ho prove per potere dire una cosa del genere.
Iene: Ci puoi dire almeno se erano politici che facevano parte di vecchi partiti?
Costanza: Senti, stiamo scendendo in un campo molto minato.
Iene: Perché?
Costanza: Se sono a conoscenza io e ho delle prove, te lo dico. Ma se io mi devo esporre è pericoloso.
Iene: Va bene, i nomi non te li chiediamo.
Costanza: Sì, ma tu mi dici dei partiti… E i vecchi partiti già si capisce dove andiamo.
Iene: Ma qualcuno di loro fa ancora il politico?
Costanza: No.
Iene: Ok, e all’epoca era uno di destra o di sinistra?
Costanza: Centro.
Iene: Guarda e dimmi se riconosci qualcuno dei nomi che ti ha confidato Falcone (ndr, gli mostra delle fotografie di politici che erano al governo tra gli anni ’80 e la fine dei ‘90)
Iene: C’è qualcuno di quelli che ti ha indicato Falcone?
Costanza: C’è.
Iene: E i magistrati te li hanno mai chiesti questi nomi?
Costanza: No.
Iene: Ma almeno con loro non sarebbe il caso di tirarli fuori?
Costanza: Sono persone che sono morte e non ci sono più.
Iene: Qualcuno che era nelle foto?
Costanza: Sì.
Iene: E che vuol dire?
Costanza: Che quando si muore finisce tutto.
Inoltre, quando la Iena domanda loro come si stiano comportando lo Stato e le varie associazioni antimafia dopo quello che hanno vissuto, i due rispondono di non capire come mai il 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, non vengano mai nominati.
Costanza: Almeno far sapere alla gente l’esistenza. Io c’ero a Capaci, io c’ero in qualsiasi momento del giorno che il dott. Falcone rischiava la sua vita.
Paparcuri: Quando c’è la commemorazione e mia figlia mi dice “Non c’eri pure tu quel giorno?”. Io che cosa le devo rispondere?
Costanza: Dovevo morire? Se morivo, venivo nominato.
Paparcuri: Io non ho fatto il mio dovere, e continuo a farlo, per avere un grazie. Io lo faccio per Falcone, Borsellino, Chinnici. Ma se io lo dovessi fare per quella parte di Stato che mi ha trattato male, io non lo rifarei più.