Luigi Lambertini è una voce e una penna. Una voce perché -bella e capace di modulare in perfetto italiano, con appena un’inflessione del Nord– ha parlato attraverso i microfoni di Radio Rai per oltre trent’anni. Una penna perché è ha saputo essere critico d’arte e cronista culturale oltre che animatore di dibattiti sul Bel Paese e perché ora che ha i capelli bianchi coltiva con entusiasmo e ottimi risultati (selezione al Premio Strega per il suo Gola di Pietra) una passione di sempre, scrivere libri, di narrativa soprattutto.
Ha divorato la saga di Harry Potter, legge di notte con l’iPad che illumina le pagine poggiato sul petto, macina almeno un libro al mese secondo le “regole” del gruppo di lettura al quale partecipa a Bologna, sua città di residenza da quando si è sposata con Stefano Cassoli. Roberta Capua, la miss Italia del 1986 poi divenuta indossatrice e conduttrice di fortunate trasmissioni televisive (Unomattina, Buona Domenica, I fatti vostri, Sei un mito) è davvero una lettrice “forte”, come si definiscono le persone appassionate di libri.
Francesca Fialdini ha due pile di libri accanto al capezzale. “Una sul comodino di destra, l’altra su quello di sinistra”. Ci sono “Racconti di un pellegrino russo” di autore anonimo (“Me l’ha consigliato un amico”) e “Cinque lettere a uno studente” di Simone Weil; “Luoghi comuni” di Umberto Broccoli (“Vanno da Catullo a Lucio Battisti”, spiega), “I sogni di Andrea Camilleri”, “La parola contraria” di Erri De Luca, “Le visioni” di Anna Katharina Emmerick (“Dedicato alla vita della Vergine Maria”).
Rita Dalla Chiesa possiede le più originali e identitarie librerie che abbia sentito descrivere in questo mio tour attraverso le passioni letterarie dei volti della tv e della radio. I libri li sistema su grandi ceste ricolme di sassi di mare, “pietre vere –ci tiene a precisare –che sono state nell’acqua”. “Su queste ceste, dentro, ma accastatati anche sopra, i miei adorati volumi sul mare: storie, percorsi, fotografie. Mai potrei fare un trasloco…Con essi viaggio nei posti più sperduti del mondo e anticipo con la mente le vacanze che preferisco, quelle in barca a vela”.
Ventidue anni sulla cresta dell’onda a RadioRai2. Il recordman è Marco Presta, che con Antonello Dose scrive e interpreta dal 1995 ogni mattina “Il ruggito del coniglio”. Inevitabile chiedergli se tra le sue letture ci sia stato “Alice nel Paese delle meraviglie”.
Pippo Baudo è appena reduce da una serata trionfale. Ieri sera sul palco del Teatro Sistina di Roma ha condotto insieme con Lorella Cuccarini uno show benefico, a favore di “Un respiro per la vita”, progetto per la prevenzione del tumore ai polmoni. Con Superpippo ospiti capaci di entusiasmare la platea, da Al Bano alla coppia D’Alessio-Tatangelo, a Peppino di Capri, a Rita Dalla Chiesa. “Artisti con i quali ho stretto una felice amicizia, consolidata da anni di collaborazione in tv. Ma al Sistina siamo stati lontani dalle logiche televisive”.
Il rapporto di Pupi Avati con la letteratura è come quello di uno scapolo impenitente che alla fine, in età matura, si mette la fede al dito. Da indipendente e disincantato che era, diventa maniacale verso la tardiva conquista.
La versatilità di Ugo Gregoretti – regista di teatro, opera e tv, oltre che giornalista e scrittore – risale al suo esercizio di lettore bambino. E a ciò che leggeva. “Sa – dice l’ironico intellettuale romano – furoreggiavano negli anni Quaranta le enciclopedie per ragazzi. La mia si chiamava Il Tesoro, edita da quel monumento della divulgazione che era la Utet. Alle discipline più svariate che dovevano concorrere alla formazione dei giovani univa un’antologia letteraria. Lì ho imparato a conoscere le fiabe di tutto il mondo: Le Mille e una notte, quelle russe, tedesche e del resto dell’Occidente. Quel mondo favolistico mi nutriva. La mia amata Utet poi fornì agli adolescenti altre collane di letteratura classica distinta per età: dieci, undici, dodici anni. Erano riduzioni tanto efficaci e ben scritte che in molti casi hanno esaurito la mia voglia di leggere l’originale. Diciamo che si presentavano già compiute così”.
Iva Zanicchi mi risponde subito al cellulare. E’ in automobile, insieme con Corinne Clery e Barbara Bouchet. Da alcuni mesi portano in tournée una commedia brillante, “Tre donne in cerca di guai”, del francese Chevret per la regia di Anselmo Nicasio: impersonano un terzetto di signore di mezza età che reagiscono con verve alle delusioni della vita.
La voce di Emanuela Aureli nella cornetta. E, insieme alla sua, il cinguettio di un neonato. L’attrice-mattatrice ha tra le braccia il suo piccino, Giulio, nato tre mesi fa. “Me lo sto godendo seduta in poltrona. Sa, l’ho tenuto con me durante la tournée teatrale appena conclusa. Con Milena Miconi ho portato in giro per l’Italia, dalla Sicilia al Nord, L’uomo perfetto, commedia brillante di Mauro Graiani diretta da Diego Ruiz”