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E la tv? Per ora non sembra esserci spazio nel futuro professionale di Lillo&Greg:
“Sicuramente non l’abbandoniamo, ma per un programma tutto nostro la vedo dura, almeno per il momento, anche perché tra il teatro e la radio il tempo per pensare a qualcosa di interessante è davvero pochissimo”.
Partiamo dal primo impegno che vi riguarda, la tournée teatrale. Di che si tratta?
“‘La fantastica l’avventura di Mr Starr’ è un viaggio straordinario nel metateatro più estremo, tra luci e proiezioni che immergeranno lo spettatore in universi paralleli, dove non esistono confini tra reale e surreale e dove il tempo è un luogo e lo spazio è un sogno. Situazioni paradossali, battute fulminanti, umorismo cinico e dissacrante si risolveranno in fragorose risate, sospese all’interrogativo: esiste l’aldilà per chi è già dall’altra parte?”
C’è un quid cinematografico…
“Sì, infatti. La sfida è stata proprio quella di portare a teatro una storia con taglio cinematografico. Un’impresa ardua, ma la tecnologia oggi aiuta tantissimo. Si tratta dunque di uno spettacolo tecnologico, che fa ridere”.
Come nasce l’idea?
“Avevamo bisogno di sperimentare”
Per quanto riguarda la radio, altro vostro grande successo, ci sono novità in vista?
“Continuiamo con ‘610’ (sei uno zero), che va in onda su Rai Radio 2 da tredici anni, ma che facciamo sempre con passione e trasporto. È un programma
quotidiano, quindi difficilmente conciliabile con altri lavori, in primis la tv appunto”.
A proposito di tv, questa sera si apre il Festival di Sanremo, al quale per altro, nel 2011, avete partecipato. Com’è salire sul palco dell’Ariston?
“Abbiamo accompagnato Max Pezzali che interpretava il brano ‘Il mio secondo tempo’ con un’esibizione umoristica. È stata una bella esperienza, divertente, soprattutto perché abbiamo potuto realizzare la performance con il nostro stile. Sanremo però in sé è un tritacarne, una macchina in cui non riesci a respirare. Ti stressi da morire. Stare su quel palco è un’emozione forte, ma io non ho potuto non pensare che dietro quella telecamera che ci inquadrava c’erano milioni di telespettatori. Che stress!!!”
Salireste su quel palco nel ruolo di conduttori?
No no, non ne saremmo assolutamente capaci! Io soprattutto. Mi manca la naturalezza, la spontaneità. Devo improvvisare solo su qualcosa che nasce direttamente da noi, se no mi sento impacciato, non mi viene… Abbiamo provato a farlo, presentando il David di Donatello, ma è stato un errore. Non eravamo noi. Comunque non avrebbe senso, parlando di Sanremo, smontare qualcosa di classico per sperimentare. Il festival va bene così”.
La scorsa settimana è partita “L’isola dei famosi’. Lei e Greg prendereste mai parte a un reality show?
Non guardo i reality, non per snobismo o spocchia, solo non mi attrae questo tipo di televisione. Va benissimo che esistano, ma dato che noi mettiamo in scena solo quello che ci piace, che abbia il nostro stile, sarebbe davvero impossibile per noi fare ‘L’isola’ o ‘Il Grande Fratello’. Poi magari inventano un reality che è nelle mie corde e lo faccio. Chi lo sa…”.
Voi siete stati tra i fondatori delle ‘Iene’. Da allora di strada ne avete fatta tanta. Non ne provate mai nostalgia?
Abbiamo fatto parte del progetto iniziale, sì, ed è stato molto bello. Le Iene ci hanno dato tanto a livello emotivo, formativo, con loro siamo cresciuti, ma credo non avrebbe senso tornarci. Ora è giusto proseguire sulla strada che abbiamo tracciato per noi.
A proposito di “noi”, Greg vi ha definiti una “coppia aperta”. Ci si ritrova in questa descrizione?
Certamente. Al contrario di molte altre coppie artistiche, infatti, noi abbiamo libertà nostre, spazi nostri, ci siamo dati la possibilità di realizzare cose nostre, e questo senza dubbio ci ha aiutati a mantenere saldo questo legame professionale che dura ormai da trent’anni. Darsi la possibilità di avere cose proprie serve a non farti venire a noia. Va poi detto che prima di essere una coppia artistica, io e Greg siamo realmente amici nella vita di tutti i giorni e che solo in un secondo momento abbiamo deciso di lavorare insieme. In scena ci compensiamo bene, ci completiamo, ecco perché funzioniamo anche come coppia dello spettacolo”.
Nel mondo della comicità ci sono diverse coppie artistiche: Ale e Franz, Ficarra e Picone, solo per citarne alcune. Come vi ponete voi rispetto a loro?
Sono tutti artisti che stimo tantissimo, che mi piacciono molto e che sono anche molto diversi da noi. Noi per certi versi siamo più simili ai comici del passato, più surreali, tipo Cochi e Renato. Affrontiamo tematiche reali con una prospettiva lunare, fantasiosa, tutta nostra”.